Si ringrazia autostrade.it


Su questa pagina proponiamo degli itinerari (con relativi ristoranti e hotel) suggeriti dalla societa' Autostrade.

Spesso il viaggio in autostrada risulta noioso (specialmente quando non si viaggia per andare in vacanza) .Se poi si e' anche costretti a frequenti spostamenti per lavoro e non , una piccola deviazione puo' risultare una piacevole alternativa al semplice spostarsi da un punto all'altro della penisola. Se poi si e' in due allora diventera' un romantico intermezzo.

Il vostro doktorlove







Le mongolfiere di Todi


L'Umbria, cuore verde d'Italia, è un crocevia di turisti italiani e stranieri in ogni stagione. Terra di San Francesco è una regione ricca di storia, arte e cultura. Viaggiare per queste città medievali circondate da suggestivi paesaggi rurali è fare un viaggio nel tempo:si ritrova la pace

e la tranquillità unite al gusto schietto della vita, e Todi è un po' il concentrato di tutto questo.

Posto al centro della province di Terni e di Perugia, di questo lembo di terra sembra che la civiltà moderna si sia dimenticata. Todi con i paesi di tutto il comprensorio, che fondendosi insieme come in un cerchio quasi regolare, sembrano voler proteggere la più antica e maestosa, assume un aspetto più mistico e più accogliente. Ancora oggi si conserva intatto il

gusto delle cose belle, delle cose antiche che ci circondano e che sono parte integrante della nostra cultura. Questo quieto scorrere del tempo non è certo torpore culturale ma è intervallato da festival di musica, teatro

e danza, da mostre ed esibizioni artistiche, da fiere e sagre che richiamano qui un turismo colto e rispettoso del territorio.

A Todi e nei comuni del comprensorio tuderte questo fine settimana si concentra una grande quantità di eventi, è l'occasione giusta per visitare il paese in festa, riscoprire la voglia di stare insieme, di parlare, di incontrare l'arte e le antiche tradizioni. Si può cominciare con la sera del 16 a Todi per l'appuntamento di Enogastronomia e Musica organizzato

dall' Hotel Fonte Cesia, all'interno di romantici ambienti o nella splendida terrazza nel cuore della città; il 18 sulla Piazza del Popolo una grande Mostra Mercato offre prodotti tipici e biologici; dal 15 al 26 nel centro storico si svolge il "Todi Arte Festival 2004"; fino al 31 "All'ombra del Bramante", mostra di scultura presso i giardini dell'Hotel

Bramante; sempre fino al 31 di questo mese presso i Palazzi Comunali "Con gli ultimi". mostra documentaria che ripercorre le vicende storiche di antiche opere pie della città.

Fino al 18 c'è l'evento forse meno umbro ma che certo attirerà molti spettatori: il 16° Gran Premio Italiano Mongolfieristico: 35 coloratissime mongolfiere, provenienti da tutto il mondo, si alzeranno come sogni sulle

colline offrendo uno spettacolo unico a tutti appassionati e non.Se tutto questo vi par poco anche nel comprensorio tuderte le occasioni non mancano.

Presso Palazzo Pietromarchi, a Marciano, fino al 18 luglio si terrà la mostra "La bottega d'arte ai tempi del Perugino" una delle iniziativecollaterali alla grande mostra di Perugia. A Migliano dal 15 al 25 La Sagra del cinghiale e dell'arvoltolo (schiacciata di pane) offre piatti a base di queste prelibatezze con musica e gare sportive. Se a questo punto avete

sete andate nella vicina Schiavo per la XVII Sagra della birra, troverete le migliori birre d'Europa, musica e spettacoli. Tra una mostra e una sagra è bene ricordare che Todi è ricca di pregevoli monumenti, tra i quali il

Palazzo del Capitano, il Palazzo dei Priori, il Duomo , e l'interessantissima Chiesa di San Fortunato. Nel 1236 qui nacque il più

famoso cittadino tuderte, Jacopone, che con le sue laude fu uno dei primi poeti dialettali d'Italia.


Dove mangiare: A Todi nel piccolo e accogliente "Antica Hosteria della Valle" che offre un'odorosa cucina ricca di aromi di stagione. di verdure e frutta ma non manca tartufo e formaggi locali.


Dove dormire: In quest'area troverete tante soluzioni tutte ugualmente valide come la "Fattoria di Vibio" un raffinato agriturismo in antichi casali con tutti comfort, passeggiate a cavallo, tennis, pesca, centro benessere. Accettati gli animali

Se andrete a Monte Castello di Vibio non dimenticate di visitare il Teatro della Concordia, il più piccolo del mondo.


Come arrivare: Autostrada del Sole (A1), Firenze-Roma, uscita Valdichiana o

Orte, Autostrada Adriatica (A14), uscita Cesena o Pescara (A/25),

proseguire per Perugia-Terni (E45) uscita Todi.





Il Castello di Rivoli


Come la Francia ha i Castelli della Loira in Italia le residenze sabaude del Piemonte che l'Unesco ha dichiarato patrimonio dell'umanità sono spunti di viaggio per riscoprire luoghi affascinanti carichi di storia e di cultura. Queste magnifiche dimore, tutte visitabili, ci catapultano indietro di qualche secolo nel momento di maggior gloria per la Casa Savoia. Ma la modernità bussa alla porta e il Castello di Rivoli spalanca i suoi saloni per accogliere il Museo della Pubblicità.


In questo Castello-Museo dal 7 luglio al 12 settembre sarà ospitata la mostra "Schermo delle mie brame" Come la pubblicità ha cambiato la vita degli italian, un evento legato alle manifestazioni per il Cinquantenario della Rai. E' una sorta di viaggio all'indietro nel tempo, da un oggi sovraccarico d'informazione pubblicitaria per arrivare ai primi anni '50 quando la televisione ancora non c'era e la pubblicità era poca e quasi ininfluente. Ma in questi cinquant'anni abbiamo assistito ad una vera lenta

e inesorabile rivoluzione: ci siamo motorizzati in massa sollecitando un conseguente sviluppo delle infrastrutture, abbiamo stipato bombatifrigoriferi di cibi necessari e superflui, abbiamo comprato prodotti per la pulizia della casa e personale che non conoscevamo e quant'altro la pubblicità ci facesse riconoscere come bisogno o desiderio imprescindibile.


La storia della pubblicità è coincisa con la nostra storia quotidiana e con i nostri ricordi da Carosello ai giorni nostri.

Il Castello di Rivoli sorge sui resti di un antico castello medievale che era stato rimaneggiato da Emanuele Filiberto per essere adattato a residenza della Casa Sabauda. Per secoli rimane una fortezza, fino al

seicento, quando Carlo Emanuele I, che a Rivoli era nato, volle edificare sul luogo un grande palazzo. Così grandioso, da non poter essere realizzato tanto che l'architetto Juvarra dovette abbandonare l'impresa divenuta economicamente insostenibile. Nel 1793, per incarico di Carlo Emanuele III di Savoia e con l'intento di completare il disegno di Juvarra, furono

eseguiti alcuni lavori al Castello, ma l'occupazione napoleonica di fine secolo fece fallire anche questo tentativo. A partire dall'inizio dell'Ottocento, con il mutare della situazione politica dopo il periodo di dominazione francese, la residenza di Rivoli diventò per i Savoia un peso gravoso da sostenere e seguì la sorte dei grandi complessi sabaudi, frazionati o ceduti al demanio per scaricare le finanze regie dagli oneri di manutenzione.


Si deve arrivare al 1978 perché con l'intervento risolutivo della Regione Piemonte e la decisione di destinare il Castello a Museo d'Arte Contemporanea, si inizi il restauro definitivo dell'imponente edificio che con l'inaugurazione del 1984 diviene cornice all'espressività contemporanea che qui si esibisce tra le atmosfere del passato, la luminosità delle vetrate e gli ampi terrazzamenti verdi. Orario d'apertura da martedì a giovedì: 10-17 da venerdì a domenica: 10-21. Tel.011.9565222


Dove mangiare: Non un locale dei tanti: la Carmagnole, diretto con grande capacità è semplicemente uno dei migliori ristoranti d'Italia. Il prezzo è un po' alto, ma ne vale la pena.


Dove dormire: Per rimanere in atmosfera il Castello di Verduno, custode di un mondo in cui sono vive le memorie del tempo passato: la cortesia la discreta ma sempre presente ospitalità sono frutto di antiche tradizioni. I rigogliosi giardini offrono indimenticabili momenti di quiete. Poco distante dal Castello, nel cerchio di case che corre intorno alla via principale del paese, in una cascina si trova un piccolo agriturismo con un giardino adorno di fiori e alberi da frutta.


Come arrivare: in uscita dalle autostrade A4 (Torino-Milano), A5(Torino-Aosta), A6 (Torino-Savona), A21 (Torino-Piacenza), A32 (Torino-Bardonecchia) seguire le indicazioni T4-Frejus Moncenisio, Monginevro; uscita Rivoli.




Festa dei SS: Pietro e Paolo a Saint Pierre (Aosta)


Che a Roma i Santi Pietro e Paolo siano festeggiati solennemente non fa meraviglia perché qui predicarono, qui sono i luoghi del loro martirio e della sepoltura, qui sorgono i luoghi cari da sempre alla tradizione e alla devozione popolare cristiana e qui sorgono le basiliche a loro dedicate ma ritrovare in Val d'Aosta, tanto lontano dalla capitale, paesini dove il culto dei due santi apostoli è ancora vivo e celebrato sembra più insolito .In onore dei SS: Pietro e Paolo si organizzano festeggiamenti a Chàtillon, a Morgex, a Sant-Oyen, a Sarre e nel piccolo centro di Saint Pierre con il suo bel castello arroccato sulla collina.


Molti sono i castelli che sorgono sulle alture e in cima a poggi scoscesi e isolati della zona ma nessuno ha raggiunto, per questa caratteristica, la notorietà e la popolarità del castello di Saint Pierre, che a quello di Fénis contende la palma di simbolo dei castelli della valle di Aosta. Al castello di Saint Pierre si fronteggia ben più austero quello di Sarriod de la Tour.

Saint Pierre è un borgo ridente che a poca distanza da Aosta si allunga sul fondovalle pianeggiate della Dora Baltea. La storia è il principale segno di questa bella località circondata da rigogliosi meleti, vigneti arroccati e dominata dall'imponente piramide ghiacciata della Grivola, una delle magiche vette del Gran Paradiso. Storia e cultura sono qui importanti attrattive per le vacanze, riassunte nel museo regionale di Scienze


Naturali ospitato dal castello simbolo. La fondazione del castello si può far risalire al XII secolo. La sua struttura è stata però profondamente modificata alla fine del secolo scorso, quando sono stati aggiunti i merli e le fiabesche torrette angolari che gli hanno dato un aspetto un po' disneyano sebbene risulti essere uno tra i più antichi manieri della regione . Per Informazioni TELEFONARE Castello di Saint-Pierre


L'intero comune offre una particolare tradizione gastronomica, in ristoranti e alberghi dove vengono proposti menù comprendenti piatti a base di mele renette, accompagnati dai vini Doc.

La posizione centrale di Saint-Pierre e la sua connessione alla rete autostradale internazionale che valica le Alpi attraverso i tunnel del Monte Bianco e del Gran San Bernardo fanno di questa località un luogo ideale per quanti desiderano conoscere le valli del Gran Paradiso e il patrimonio monumentale dell'intera Regione.

Chi sceglie Saint-Pierre per le proprie vacanze ha mille possibilità: la tranquillità delle vicine vallate, la vivacità delle stazioni sciistiche rinomate, l'assorta visita di un museo, la tradizione gastronomica valdostana, sono solo alcune di esse. In occasione della festa di S. Pietro e Paolo si organizza, come nei vicini centri della zona, una festa patronale che ha inizio dal Piazzale Sarriod de la Tour con la Santa Messa, e poi pranzo, esibizioni folkloristiche, lotteria, cena, serata danzante con orchestra e a chiudere i tradizionali fuochi d'artificio


Dove mangiare e dormire: Situata in una balconata naturale, a 1500 mt slm, con una vista unica sulle valli del Parco del Gran Paradiso, l'azienda "Les Ecureuils" svolge da 10 anni un'attività di agriturismo limitata nel numero, ma con particolare attenzione alla qualità e all'ambiente che la circonda. Per la preparazione dei pasti è garantito l'impiego praticamente

esclusivo di prodotti aziendali: formaggi di capra, capretti, prosciutti d'oca, patè, marmellate di piccoli frutti, dolci e pane casareccio. E' un indirizzo molto richiesto bisogna prenotare.

L'Hotel Saint Pierre, offre un ambiente familiare che permette rinvigorenti momenti di relax ad adulti e bambini che potranno approfittare del piacevole dehors estivo, con vista sui vigneti della collina di St.Pierre. Offre abbondanti colazioni al buffet e cene

ritempranti dopo le escursioni del giorno


Come arrivare: autostrada A5 Torino-Courmayeur,uscita Aosta Ovest/St.Pierre.appunti.html






Il Palio di S. Giovanni a Fabriano (Ancona)


Si perde negli anni dell'infanzia il ricordo dell'album da disegno con i

fogli che in controluce lasciavano trasparire una fontana: la Fontana Rotonda detta Sturinalto di Piazza del Comune a Fabriano, città conosciuta in tutto il mondo per la produzione della carta e della pregiatissima filigrana.

Fabriano è un esempio di quanto grande sia la ricchezza culturale e quanto affascinante la qualità della vita nei cosiddetti centri minori. Ebbe il suo massimo sviluppo economico e sociale nel XIV° secolo quando grazie alla famiglia dei Chiavelli giunse al rango di Signoria, non è un caso quindi che in questo periodo si sviluppi anche la scuola pittorica fabrianese che ha prodotto artisti come Gentile da Fabriano. Successivamente dopo un breve periodo di sottomissione a Francesco Sforza la città passò sotto il dominio dello Stato Pontificio, che ne sancì una lenta decadenza nei secoli seguenti.


Ma dal 16 al 24 giugno Fabriano ci riporta, con un salto nel passato, alla sua età aurea che rivive nelle celebrazioni del palio di S. Giovanni.

Nella mentalità dell'Uomo medievale il Gioco era importante. Faceva sopportare meglio le fatiche e gli impegni quotidiani che duravano dall'alba al tramonto. Questa rievocazione storica del Trecento Fabrianese è nata, tra i vicoli, i chiostri e le piazze del centro storico e vede protagoniste le quattro porte cittadine: Borgo, Cervara, Piano e Pisana. Un vivace antagonismo tra le Porte è l'elemento primo su cui si fonda il Palio, festa popolare e celebrazione, tenzone e rievocazione, dove tutti si sentono artefici e protagonisti. Tutta la città si anima e ogni giorno si susseguono le iniziative: dai Giochi Popolari al Torneo degli Arcieri, all' esibizione degli Sbandieratori. Il 24 Giugno, nel giorno del Santo Patrono, gareggiano i quartieri nella Sfida del Maglio. Precede il torneo un solenne Pontificale celebrato in Cattedrale. La sera poi nella suggestiva cornice cittadina, tra la Piazza Alta e la Piazza Bassa, in mezzo ad una folla straripante si misurano la celerità, la precisione e la destrezza dei fabbri e garzoni delle quattro porte. Si aggiudica infine l'ambito trofeo, il Palio, la Porta che dopo aver completato un percorso a staffetta e superato l'intricata gabbia degli anelli riesce per mezzo di una chiave metallica modellata ad arte con la forgia e con il maglio dal fabbro, a far innalzare, per prima, il proprio gonfalone sul palco.


Dove mangiare: non potete esimervi dall'andare a mangiare Villa del Marchese Onofrio Del Grillo (ricordate il film di Alberto Sordi?) che vi metterà a disposizione le bottiglie della fornitissima cantina. La cucina è rinomata per piatti tradizionali come l'agnello di razza Fabriano ripieno alla griglia, ma anche per la fonduta al formaggio ed i tagliolini al ragù bianco di bufala.


Come arrivare: Autostrada A14 (Bologna - Canosa) dal Casello di Ancona

Nord, a 40 min. d'auto, seguendo la superstrada Ancona - Roma (S.S. 76)





Radicofani (Siena)


Radicofani, in provincia di Siena, è un superbo borgo medioevale che dista circa 24 chilometri dal casello di Chiusi-Chianciano Terme sull'autostrada A1 Milano-Napoli.

Fondato dai Longobardi, Radicofani oggi conta 1.350 abitanti ed è situato alle falde di una rupe di origine vulcanica, sullo sfondo Color del monte Amiata e coronato dai ruderi di un antico fortilizio, fatto costruire da papa Alessandro IV nel 1154. Nei giardini pubblici domina la statua, a grandezza d'uomo, del bellissimo e terribile guerriero, Ghino di Tacco, con lo scudo e lo spadone.


E' proprio attraverso la storia di questo controverso eroe che Radicofani entra nella leggenda e la sua storia è scritta più sulle pietre che sui testi, perlopiù scarsi e vaghi.


Chi era dunque questo temibile uomo di Radicofani, che ha ispirato persino Dante che lo ha immortalato nel Purgatorio? Era un ghibellino, vissuto nel 1200, che dominava sulla rocca sopra la strada e nessuno poteva transitare tra la Val di Paglia e la Val d'Orcia senza il suo benestare. Era però un protettore degli oppressi che dicono togliesse il di più ai ricchi per darlo ai poveri; praticamente un Robin Hood toscano.

La memoria del bandito gentiluomo è ancora molto viva nei suoi concittadini, che lo hanno immortalato persino nelle insegne commerciali e in alcuni piatti tipici come il cinghiale con la polenta alla Ghino di Tacco, che merita sicuramente di essere gustato.

Da visitare è la chiesa romanica di San Pietro, del XIII secolo, con le pie figure in porcellana, smaltate bianco e blu, di Luca della Robbia. Vi consigliamo inoltre di salire alla Rocca da dove, tutto attorno, si gode un magnifico panorama.





Ravenna. Acquarelli inglesi nella città dei mosaici


E' stata ultimata la costruzione della nuova stazione (casello) di Ravenna....

La nuova stazione di Ravenna è situata al km 8+470 e si trova arretrata di circa 15 km rispetto alla precedente barriera. Entrata in funzione a metà di maggio funzionerà con il sistema "aperto", adottato per agevolare il

transito dei veicoli con una sola fermata al casello, in quanto il pedaggio viene calcolato in modo forfettario sulla base di una percorrenza predeterminata.


Chi transiterà in questa zona, magari per raggiungere la riviera, potrà approfittare di questa nuova stazione per vedere o tornare ad ammirare Ravenna che 1500 anni fa si fregiò tre volte del titolo di capitale: dell'impero romano d'occidente, di Teodorico re dei Goti, dell'impero di Bisanzio in Europa. La magnificenza di quel periodo traspare nella grande

eredità di monumenti, di edifici religiosi decorati con mosaici che sono stati dichiarati dall'UNESCO patrimonio dell'umanità. A Ravenna si può passeggiare fra torri campanarie e chiostri monastici, passare dagli affreschi giotteschi di Santa Chiara all'abside barocca di Sant'Apollinare Nuovo.


Ravenna è romana, gota, bizantina ma anche medievale, veneziana ed infine

moderna e contemporanea, civile ed ospitale, ricca di eventi e manifestazioni di prestigio internazionale come la bella mostra "La grande stagione dell'acquarello inglese" per la prima volta in Italia e ospitata presso la Loggetta Lombardesca.

Circa cento acquarelli documentano uno dei contributi più originali che l'arte inglese ha fornito alla cultura europea. Questa tecnica pittorica ebbe la sua fase di massimo sviluppo fra il Settecento e l'Ottocento e la scuola inglese fu quella che riuscì a esprimere le caratteristiche di questo genere con i migliori risultati interpretando al meglio i fermenti romantici dell'epoca sul tema della natura e del paesaggio.

Le opere in mostra provengono interamente dalla collezione del Williamson Art Gallery & Museum, che comprende acquerelli di alcuni dei più grandi esponenti del genere come John Robert Coetzen, Thomas Girtin, J.M. Turner, Thomas Gainsborough, e di artisti meno noti come William James Müller, William Turner of Oxford e William Wyld.

La mostra, che resterà aperta fino al 27 giugno, ha i seguenti orari: martedì-giovedì ore 9-13 e 15-18, venerdì 9-13 e 15 ? 21, sabato e domenica 10-19.Biglietti: intero - 8,00; ridotto - 6,00.


Dove mangiare: Trattoria Sant'Andrea con tipica osteria romagnola dove ancora oggi vengono rispettate le antiche ricette tramandate nel tempo, conservando il gusto e i sapori di una volta. tra le specialità troverete i crostini, le paste fatte in casa ripiene col formaggio di fossa, l'ottima carne e la caccia, e una fornita carta dei vini.

Dove dormire: Vista la stagione sarà piacevole soggiornare sulla vicina riviera adriatica presso il villaggio "Spiaggia Romea" del Lido delle Nazioni. Inserito in un parco tra il lago e il mare ha camere, semplici ma funzionali, con verande che affacciano sul verde, molto comode per chi ha bambini. Hanno pensato anche agli animali che sono accolti senza alcun supplemento e godono di grandi spazi a disposizione e un settore a loro riservato per i necessari bisogni fisiologici nonché di ciotole per l'acqua al bar. Per gli appassionati è disponibile anche un centro ippico.


Come arrivare: Per Ravenna A/14 uscita Ravenna. Per Lido delle Nazioni A13, uscita Ferrara Sud.



Le Antiche Camelie della Lucchesia (primi tre week end di marzo).


Non è ancora primavera ma ecco, anche quest'anno, la mostra "Antiche Camelie della Lucchesia", giunta alla sua XVa edizione, ci offre un tuffo in una dimensione diversa: qui paesaggio, storia e piante secolari si mescolano creando curiosità e suggestione. Quella della fioritura delle camelie è l'appuntamento più atteso in Lucchesia : nei primi tre week-end (sabato e domenica) di marzo a Sant'Andrea e Pieve di Compito sono in mostra le camelie.


Antiche, colorate, grandi come alberi, piccole o a spalliera, tutte hanno comunque trovato nei giardini lucchesi il clima più favorevole per crescere. Un borgo davvero antico Compito, una zona già abitata in epoca preistorica e certamente dall'età del bronzo. Poi vennero gli Etruschi, i Romani, i Longobardi e con lo spirituale medioevo fu tutto un fiorire di pievi, cappelle, monasteri, ospizi per i pellegrini, ma anche di fortezze, torri e battaglie. S.Andrea di Compito racconta con i

suoi monumenti la memoria di una storia forse minore ma esemplare.


La torre di segnalazione del XIII secolo, ricordo di epici scontri tra lucchesi e pisani, il monachesimo lascia il segno con la chiesa di S.Pietro al Forcone, fondata dai monaci della vicina abbazia di Sesto (S.Salvadore ora scomparsa) verso il IX secolo, il ponte medioevale detto "Alle Fontane", che scavalca il bel Rio Visona all'altezza di Capodivico risalente al mille. Del resto, l'attuale massiccia Chiesa di S.Andrea è collocata in un sito ove già nel 919 un monaco ed alcuni Longobardi avevano fondato un piccolo edificio di culto. Un sentimento religioso che si ritrova nelle marginette, una sorta di tabernacoli votivi eretti qua e la per il borgo a testimonianza di una fede semplice ma vivi


In epoche più recenti e cioè verso il 1600-1700, ecco comparire le ville, signorili residenze di campagna non certo monumentali ma davvero significative non solo in termini di soggiorno estivo, ma anche di armonico rapporto con la natura e l'ambiente. Un paesaggio ancora intatto di dolci colline, dove olivi e pini si profondono a piante secolari di camelie che ricordano il lontano oriente ed emozionano con i loro colori, la loro varietà e con i nomi che evocano personaggi e situazioni che sanno di magico: il tutto, in un piccolo, semplice borgo ove il visitatore snoda il suo percorso tra vecchie case dai muri in pietra, ville storiche e i molti giardini.


La mostra si articola in tre percorsi tematici: l'Itinerario delle Camelie che porta i visitatori alla scoperta delle camelie più spettacolari attraversando i molti giardini che le ospitano; l'Itinerario Storico all'interno del paese, alla scoperta di opere che più di ogni altra, testimoniano le memorie del passato;l'Itinerario delle Acque lungo le rive del Rio Visona per conoscere quei manufatti come frantoi e lavatoi che furono i veri punti di aggregazione di questi borghi. Meriterebbe ben più di un accenno fugace la città che da il nome alla zona: Lucca, città d'arte racchiusa entro mura cinquecentesche, al di sopra delle quali si vedono emergere antiche torri.

All'interno una città affascinante ricca di tesori incomparabili. Palazzi dalle finestre poIifore, piazzette appartate con fontane zampillanti, giardini chiusi da cancellate di ferro popolati di statue, ed alto nel sole, lo scintillare dei marmi preziosi e policromi dei mosaici bizantini delle chiese monumentali, una su tutte la Cattedrale di S. Martino dove riposa nella penombra silenziosa Ilaria del Carretto, chiusa nel bianco sarcofago di Jacopo delle Quercia.


Dove mangiare: Alla "Buca di S. Antonio", in un antico palazzo del centro storico di Lucca. Già in attività nel 1782, fu nell'800 anche locanda e rimessaggio per i cavalli della vicina Stazione di Posta. Continua a preparare i migliori piatti della cucina tradizionale come la zuppa di farro e capretto allo spiedo con rapini alla toscana.


Dove dormire: A 3 km. da Lucca, a Massa Pisana, "Villa La Principessa" vanta, tra tutte le ville lucchesi, le origini più lontane nel tempo, dimora e corte del Duca di Lucca Castruccio Castracane, deve il suo nome alla principessa Elisa Baiocchi, sorella di Napoleone. Offre la sobrietà delle classiche residenze di campagna unitamente a comfort e servizi di qualità . Piacevole, con prezzi decisamente più contenuti, il "Piccolo Hotel Puccini" al centro storico con vista sulla chiesa di S. Michele, camere graziose e ben tenute.

Come arrivare: A11 (Firenze-Mare) uscita di Capannori. Proseguire in direzione Pontedera fino a Pieve di Compito. A Pieve di Compito, seguire la deviazione (a destra) verso S.Andrea di Compito / Monte Serra. Dopo circa 2 km si raggiunge il centro della Mostra. Parcheggiare lungo la strada.






livepage.apple.comLa Rocca di Gradara


L'autostrada Adriatica le passa ai piedi, per il viaggiatore sarebbe bello potersi fermare, anche un solo attimo, per ammirare il panorama del borgo. Autostrade ha predisposto un progetto per realizzare un'area di parcheggioche lo consenta. Il borgo che merita ben più di uno sguardo fugace è Gradara sicuramente uno dei posti più romantici da visitare. Il panorama dalle mura medievali del borgo spazia dalle colline del Montefeltro alla costa ed è meraviglioso sia di giorno che di notte per la complicità della luna che illumina il tutto fino al mare.


Una cittadina di impianto medievale, tutta chiusa nel suo celebre castello, teatro del tragico amore di Paolo e Francesca, celebrato da Dante nel V Canto dell'Inferno.


Gradara per la sua posizione strategica fu un potente strumento di guerra e possedimento, dopo i Malatesta, di nobili casati come gli Sforza e i Della Rovere; gli eventi più illustri del suo passato millenario possono essere evocati passando per il ponte levatoio, l'armeria e la sala della tortura. La Rocca con una suggestiva cinta muraria è uno dei migliori esempi di architettura militare del medioevo con torri agli angoli e poderoso mastio.


Da visitare la cappella con una terracotta di Andrea della Robbia nell'altare, gli appartamenti rinascimentali e naturalmente la camera di Paolo e Francesca senza dimenticare, per contrasto a tanto romanticismo, di visitare alcune stanze nelle quali per tre anni abitò Lucrezia Borgia, dopo il matrimonio con Giovanni Sforza. E' in perfetto stato di conservazione anche grazie ai signori Zanvettori l'ingegnere Umberto e sua moglie Alberta Porta Natale che per l'amore hanno avuto per questi luoghi al recupero dei

quali, nel 1920, destinarono tutte le loro sostanze : ciò avvenne gradualmente, fino a quando, nel 1983, non passò in proprietà dello Stato Italiano.A ridosso del castello si trova il giardino degli olivi, un luogo magico, testimone silenzioso di almeno tre secoli di storia. Oggi queste piante di olivo sono state recuperate con interventi speciali e vengono curate e protette come si conviene a preziosi reperti di archeologia viva.


Qui, nell'ultima settimana di Giugno si tiene il "Bollino d'Oro Enohobby" e l' "Orciolo d'Oro Enohobby" concorsi nazionali del Vino e dell'Olio d'oliva extravergine con degustazioni e abbinamenti. Chi decide di visitare il castello, ricordi che in primavera-estate l'affluenza turistica è notevole,sarà bene prenotare e magari approfittare delle visite guidate alla cittadella e alla Rocca con l'illustrazione delle testimonianze storiche ed artistiche più rilevanti del borgo, l'architettura tipica del castello i punti paesaggistici dall'alto delle mura, gli interni della Rocca (gli stili architettonici, le funzioni del castello, gli affreschi, gli arredi e i dipinti) e riascoltare la storia leggendaria di Paolo e Francesca.

Orario di ingresso della rocca: lunedì dalle 8.30 alle 13.15, da martedì a

domenica: dalle 8.30 alle 18.30


Dove mangiare: A "La Botte" dove nulla è stato fatto per modificare l'atmosfera carica di tradizioni secolari e di storia, che si respira nel piccolo borgo, solo 50 coperti, cucina costruita sui colori e i sapori della tradizione gradevole cantina, amici dei quattrozampe.

Dove dormire: A "Villa Matarazzo" nobile residenza su una collina di fronte al castello con solo otto stanze contornate da parco e vista mare.

Come arrivare: Uscita autostrada A14 Cattolica/ Pesaro



VIAGGIARE IN AUTOSTRADA: I Castelli di Giulietta e Romeo


Se siete un animo romantico dalla sera di venerdì 29 al 1° maggio potrete ancora rivivere il mito intramontabile di Giulietta e Romeo, la più bella storia d'amore di sempre che affonda le sue radici più autentiche nel

territorio vicentino. A scriverla, nel 1524, fu infatti fu Luigi Da Porto, nato a Vicenza, comandante di una compagnia della Serenissima . La novella, che narra dello sfortunato amore tra due giovani nobili Giulietta

e Romeo ed ambientata sullo sfondo dei due Castelli prospicienti uno all'altro e ancora oggi visibili a Montecchio, nelle colline di Vicenza, fu poi ripresa e resa famosa dal grande drammaturgo William Shakespeare nel

1597. La leggenda narra che i due giovani appartenessero uno alla famiglia dei Capuleti e l'altro a quella dei Montecchi, acerrime avversarie l'una dell'altra. Ad offrirci l'occasione di immergerci nelle magiche atmosfere di un tempo è il Gruppo Storico Medievale "Giulietta e Romeo", una libera associazione di amici con tanto entusiasmo e amore per Montecchio Maggiore, cittadina attualmente tra le più industrializzate d'Europa, ma che affonda le sue radici nella storia. Se al termine dell'era romana, infatti, era ancora un

semplice villaggio rurale, nel medioevo Montecchio gettava le basi per diventare un borgo sviluppato al centro di un importante area artigianale e commerciale.

E' proprio questo periodo che il gruppo intende far rivivere, facendo tornare l' intero paese indietro di tanti secoli per riscoprire quel passato che troppe volte è rimasto avvolto nell'oscurità e nel pregiudizio.

Oltre al fattore meramente storico l' obiettivo dei componenti del gruppo è quello di far conoscere Montecchio, e soprattutto la leggenda in esso ambientata, anche fuori dalle mura cittadine.

Nel colle che sovrasta il paese sorgono infatti due imponenti rocche alle quali si è ispirò Da Porto, per la stesura della novella ora nota in tutto il mondo: "Giulietta e Romeo". Ovviamente il racconto ha conosciuto la fama

attuale grazie al genio di W. Shakespeare, ma è giusto ricordare l'intuizione avuta dal nobile letterato vicentino. I castelli sono così passati alla storia con il nome di "castelli di Giulietta e Romeo". Il 1° maggio di ogni anno quindi, all' interno di un clima festoso e particolarmente accattivante, vengono elette le nobili figure dei due famosi innamorati, scelte tra "baldi giovani e gentili fanciulle" che si candidano per rappresentare Montecchio e la sua storia per un anno intero.


Accanto all' elezione, trova degno spazio la disfida tra le casate dei Montecchi e dei Capuleti che si contendono, con giochi cortesi e avvincenti scontri, l'ambito palio. Il tutto è inserito in una manifestazione che

richiama ogni anno oltre 15.000 persone e in cui ogni singolo aspetto dell' epoca medievale viene ripreso e riproposto: musici, giullari, armigeri, mercanti, danzatori, artisti, frati, arcieri, alchimisti e mendicanti si

contendono le attenzioni degli astanti riproponendo la vita semplice ma fascinosa del XIII secolo. (www.faida.it)


Dove mangiare: In questi giorni di festa l'Hotel Castelli organizza cene a lume di candela nella Sala dei Cavalieri o in quella delle Dame. Cucina medievale, o internazionale, prenotare. tel. 0444 69.61.72


Dove dormire: A d Acugnano, a 10 minuti da Vicenza, in un parco di proprietà nell'incantevole scenario dei Colli Berici, Villa Michelangelo, un'antica dimora che spalanca le porte a tutti coloro che cercano un

albergo ospitale ed accogliente.


Come arrivare: Autostrada A4 Milano - Venezia, uscita Montecchio